Candidati alle elezioni (2014) e cittadini – Sondaggio sull’etica degli Italiani: chi vuole entrare in politica la pensa diversamente dagli altri?
…Il candidato è un cittadino allo specchio che, come negli spettacoli da baraccone di una volta, lo riflette ingrandito qualche volta, qualche volta rimpicciolito, qualche volta distorto, con le gambe corte e la testa grossa, ma pur sempre riconoscibile.
Lasciamo da parte qui considerazioni rispetto al tanto e al poco, su cui pur si dovrà riflettere. Diciamo su questo solo poche cose: che ci sia il 40% dei cittadini e, soprattutto, dei candidati, che ritiene in qualche misura giustificabile non pagare le tasse o pagarne meno del dovuto, che ci sia il 75% dei candidati che ritiene in qualche misura giustificabile la prostituzione, che ci sia il 34% dei cittadini che ritiene giustificabile in qualche misura assentarsi dal lavoro anche se non si è malati non è poco. Viene da pensare, per quanto riguarda il costume, che ciò sia dovuto agli stili di vita praticati da chi ha fatto politica negli ultimi 20 anni, a cui i media hanno dato molto spazio, uno spazio certamente più ampio del necessario. Oppure, per quanto riguarda le tasse, a un’insofferenza generalizzata per un peso davvero eccessivo da sopportare.
Chi si candida è in fondo un cittadino anche lui, e come cittadino pensa ed agisce: detto in passando, cosa c’è di più democratico di un parlamento identico a chi rappresenta? Sembra che chi si candida a ruoli di governo non sia particolarmente affezionato alla politica, in cui non ha fiducia, o uno che più degli altri ami mettersi al servizio della collettività e dello stato, uno stato che per altro non apprezza. Questo relativo appiattimento sul comune sentire, pur con le differenze notate, potrebbe denotare carenza di progettualità e scarsa vision programmatica e innovativa di chi ambisce al mestiere della politica. Una politica che, come si è visto egli anche non apprezza…
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